L’edilizia convenzionata è un tipo di edilizia residenziale che prevede la costruzione di alloggi a prezzi accessibili per determinate categorie di persone (giovani, famiglie con reddito basso o medio-basso, persone anziane o con disabilità). Regolata da specifiche normative, prevede l’intervento di enti pubblici o privati che stipulano apposite convenzioni con l’amministrazione comunale o con altre istituzioni. Ma come ci si comporta, se si desidera vendere una casa acquistata in edilizia convenzionata?
Edilizia convenzionata: cos’è e come funziona?
In Italia, l’edilizia convenzionata è stata introdotta negli anni ’70 come strumento per favorire l’accesso alla casa a fasce della popolazione che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di acquistare o affittare un’abitazione a prezzi di mercato. Le case convenzionate, infatti, vengono realizzate con il contributo di fondi pubblici o di privati che beneficiano di agevolazioni fiscali o di altri incentivi, e sono soggette a vincoli di destinazione d’uso e di prezzo.
Come funziona l’edilizia convenzionata? Un ente pubblico o privato stipula un accordo col Comune o con altre istituzioni, per la realizzazione di alloggi a prezzi accessibili destinati a determinate categorie di persone.
In genere, l’ente che si occupa della realizzazione degli alloggi convenzionati si impegna a rispettare specifici requisiti di qualità e di sostenibilità edilizia, nonché a destinare gli alloggi alle persone che ne hanno bisogno, secondo quanto stabilito col Comune. In cambio dell’impegno a realizzare gli alloggi e a rispettare i requisiti previsti dalla convenzione, l’ente può beneficiare di finanziamenti pubblici o di agevolazioni fiscali e altri incentivi.
Gli alloggi convenzionati sono soggetti a vincoli di destinazione d’uso e di prezzo per un certo periodo di tempo, durante il quale il proprietario dell’alloggio non può venderlo o affittarlo a prezzi superiori a quelli previsti dalla convenzione. In questo modo, si garantisce che gli alloggi rimangano accessibili alle categorie di persone per le quali sono stati realizzati anche nel lungo termine.
I vincoli dell’edilizia convenzionata
L’acquirente di un alloggio convenzionato è soggetto a diversi vincoli, che possono variare a seconda delle specifiche convenzioni e delle normative regionali o comunali.
I vincoli principali sono, in ogni caso, il divieto di mettere in vendita o in affitto l’alloggio prima del termine previsto dal contratto di compravendita, e il divieto di vendere l’immobile a un prezzo più elevato di quello imposto.
L’obiettivo è quello di scongiurare la speculazione edilizia, che contraddirebbe ogni logica dell’edilizia convenzionata.
Dopo quanto si può vendere una casa in edilizia convenzionata?
Il periodo di tempo dopo il quale si può vendere un alloggio in edilizia convenzionata varia a seconda delle normative regionali o comunali e delle specifiche convenzioni. In genere, è vietata la vendita nei primi cinque anni dopo l’acquisto. Solo in rari casi il Comune può concedere un nullaosta eccezionale.
Svincolare un immobile in edilizia convenzionata: come si fa e quanto costa
Svincolare una casa in edilizia convenzionata è possibile, utilizzando la procedura di affrancazione: pagando una certa somma al Comune, si vanno a togliere i vincoli che gravano sull’immobile.
Le regole sono cambiate con l’introduzione del Decreto n.151 del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Per svincolare la casa in edilizia convenzionata, bisogna versare al Comune il 50% del corrispettivo calcolato sulla base della quota millesimale dell’abitazione, poi ridotto sulla base del coefficiente moltiplicativo di riduzione. Coefficiente, questo, dato dalla differenza tra il numero di anni della convenzione e il numero di anni trascorsi dalla sua stipula.
(fonte Federnotizie)
I pro e i contro di vendere una casa comprata in edilizia convenzionata
Ci sono diversi aspetti da considerare quando si valuta la possibilità di vendere una casa comprata in edilizia convenzionata.
I pro sono:
- la possibilità di ottenere un guadagno dalla vendita dell’alloggio, che potrebbe essere superiore rispetto al prezzo di acquisto grazie all’incremento del valore immobiliare o alla rivalutazione degli immobili residenziali;
- la possibilità di liberarsi di un immobile che non si utilizza più o che non risponde alle proprie esigenze abitative;
- la possibilità di investire il denaro ottenuto dalla vendita dell’alloggio in altre opportunità immobiliari o finanziarie.
I contro sono:
- la presenza di vincoli sulla destinazione d’uso dell’alloggio, che potrebbero limitare la possibilità di vendere l’alloggio a un prezzo di mercato o di affittarlo a terzi;
- la presenza di vincoli sul prezzo di vendita dell’alloggio, in genere inferiore rispetto al valore di mercato;
- possibili difficoltà nell’ottenere l’autorizzazione alla vendita dell’alloggio da parte dell’ente che ha stipulato la convenzione;
- possibilità di dover restituire eventuali agevolazioni o contributi pubblici o privati ricevuti per l’acquisto dell’alloggio in caso di vendita prima della scadenza del periodo di vincolo.
In generale, quindi, la decisione di vendere un alloggio comprato in edilizia convenzionata dipende dalle esigenze e dalle aspettative del proprietario, nonché dalle normative regionali o comunali e dalle specifiche convenzioni che regolamentano la materia. È importante valutare attentamente i pro e i contro, nonché consultare un professionista del settore immobiliare o un avvocato specializzato prima di prendere una decisione definitiva.
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